Roberta Faccani, una delle piu’ belle voci italiane, domenica 22 settembre inaugurerà un progetto musicale oltreoceano, partendo dal Brasile, per poi estendersi al resto del Sud America, pensato per promuovere la cultura italiana all’estero.
Quella in terra carioca per la cantautrice sarà la prima tappa per presentarsi alla stampa, alle televisioni e alle radio locali per poi ritornare con un fitto programma di concerti nel mese di novembre. accompagnata da una band brasiliana.
Artista poliedrica, molto apprezzata in Sud America per la sua vocalità e per la capacità di muoversi sul palco con padronanza e disinvoltura, Roberta Faccani nella sua trentennale carriera ha preso parte a famosi musical e collaborato, tra gli altri, con Luciano Pavarotti, i Pooh, Renato Zero, oltre ad essere stata la voce dei Matia Bazar.
In questa intervista abbiamo parlato con Roberta Faccani non solo dell’interessante progetto musicale in Brasile e dei prossimi impegni ma anche della sua squadra del cuore, la Lazio, a cui qualche anno fa ha dedicato una canzone.
Roberta, il 22 settembre inaugurerai in Brasile un progetto musicale che ha come obiettivo quello di promuovere la cultura italiana all’estero. Ci racconti qualcosa in piu’ a riguardo?
“E’ un progetto che nasce dalla volontà di portare in Brasile l’italianità e le nostre belle canzoni, in particolare la mia produzione discografica che i brasiliani hanno ascoltato attraverso il mio ultimo album Matrioska italiana. Mi hanno scelta tra vari artisti e sono molto felice perchè vado in questo meraviglioso Paese a portare le mie canzoni. Ci sarà anche un repertorio internazionale concordato insieme che va a completare questa progettualità nuova, voluta dai brasiliani e dall’etichetta Casa di Produzione Teorema, che produce i concerti che andremo a fare a novembre. Sarò in Brasile dal 22 al 30 settembre per presentarmi alla stampa, alle televisioni e alle radio locali con interviste, e farò anche la conoscenza della band con cui mi esibirò”.
Sei già stata in Brasile o è la tua prima volta?
“E’ la primissima volta quindi parto con il cuore puro di una bambina, con la passione di quando ho iniziato a fare musica trenta anni fa, con quella bella esaltazione di fanciulla che sta dentro di noi e deve rimanere sempre attiva. Quando inizi delle nuove esperienze ritrovi quella dinamica ancestrale che ti ha spinto a fare questo mestiere. Sto attraversando questo nuovo viaggio con la prospettiva di allegria, colore, interscambio perchè sono sicura che i brasiliani siano passionali, pieni di gioia di vivere proprio come noi italiani. Parto senza sapere cosa troverò e quindi mi godrò questa esperienza, attimo per attimo”.
Questa voglia di mettersi in gioco è una tua caratteristica, infatti in carriera hai mostrato molte anime diverse: sei stata la voce dei Matia Bazar, hai preso parte a importanti musical, sei cantautrice e autrice di canzoni per altri artisti…
“Sono un’artista un po’ anomala nel senso che sono passata attraverso periodi di discografia, periodi di teatro musical, partendo dal debutto con Pavarotti in “Rent” per arrivare a “Pinocchio” con i Pooh e La Compagnia della Rancia, ad Alice nel paese delle Meraviglie e poi Romeo e Giulietta-Ama e cambia il mondo di David Zard e la regia del grande Giuliano Peparini, fino al recente “Zerovskij, solo per amore” con il mitico Renato Zero. Tutte queste esperienze credo abbiano forgiato la mia parte artistica e contemporaneamente anche quella umana, perchè sono cresciuta, è un bagaglio che porto con grande soddisfazione e mi sento pronta per affrontare questa nuova avventura. I Matia Bazar mi hanno portato nel 2005 sul meraviglioso palco dell’Ariston per il Festival di Sanremo, siamo stati in tour per il mondo, abbiamo fatto quattro dischi. Il palco dei live richiede determinate caratteristiche diverse dal teatro musical, dove invece è presente l’aspetto della pluridisciplinarità, intesa come canto, danza, recitazione e mettersi in discussione ogni giorno di fronte a un pubblico teatrale esigente. Quindi devo dire grazie alla mia grande gavetta, ne sono orgogliosa perchè poi quando insegno come vocal coach nelle masterclass e nella mia scuola che si chiama La fabbrica del cantante attore riesco a traslare tutto quello che ho imparato in tanti anni di esperienze”.
Stai lavorando a un nuovo disco o ti vedremo a teatro in qualche musical prossimamente?
“In questo momento sono concentrata sul progetto in Brasile perchè sono abituata a fare una cosa per volta cercando di dare il massimo, ma sono aperta alle novità, a un musical, a un nuovo disco, a scrivere canzoni per altri. E poi ci sarà la possibilità di vedermi a The coach, un talent show dove mi occuperò di interpretazione e dell’aspetto pluridisciplinare dei giovani allievi. La creatività mi galvanizza. L’importante è non invecchiare mai con la musica, continuare a studiare, a migliorarsi, aprire il mondo a quello che la Provvidenza ci darà, io sono molto credente. I miei due capisaldi sono la passione per il lavoro e la fede”.
A proposito di fede, hai cantato in mondovisione in onore di Papa Francesco a San Giovanni in Laterano nella manifestazione “terram in pacis” con l’orchestra diretta dal maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli. Che ricordo hai di quel giorno?
“Conservo un ricordo speciale di questo spettacolo in omaggio a Papa Francesco. Sono figlia della gavetta nei club, per cui il mio habitat naturale è lavorare con i musicisti e quando hai a disposizione una grande orchestra che ti accompagna è meraviglioso. E’ stata un’esperienza emozionante”.
Recentemente hai scritto delle canzoni per Silvia Mezzanotte e Barbara Cola. C’è un artista in particolare per cui ti piacerebbe firmare un testo?
“Ci sono tanti artisti italiani con grandi voci per i quali mi piacerebbe scrivere. Oggi per avere successo non basta un’ottima vocalità, serve anche un gran pezzo. Se dovessi riuscire a scrivere una canzone che possa rimanere nel tempo, qualsiasi sia l’artista che la canterà, sarebbe per me un’enorme soddisfazione”.
Una curiosità per concludere questa chiacchierata: hai scritto la canzone “Lazio generazione” dedicata alla tua squadra del cuore. Da cosa nasce questa tua passione calcistica?
“Mio padre da bambino ha giocato con la maglia biancoceleste ed è un ex calciatore professionista, il mio prozio Augusto è stato uno dei fondatori della Lazio e capitano per 16 anni. La mia casa è tappezzata di gagliardetti e sono cresciuta respirando l’amore per lo sport. Siamo laziali fino al midollo, per cui ho scelto di omaggiare la mia squadra con la canzone “Lazio generazione” non solo per la mia fede calcistica ma anche per una questione famigliare e l’ho chiamata così perchè è un amore che si trasmette da diverse generazioni”.
di Francesca Monti